People come first

Volti, emozioni, persone concrete e grandi traguardi.

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Anticonformismo, il privilegio di chi diversamente non può.

Francesco detto Kekketto,
Mugnano di Napoli.

Occhi furbi e sorriso grande. Plasma arte e cucina oltre la sindrome di Down. 

Tagliare a fette sottili una chitarra e cuocerla a bassa temperatura nell’acqua di una piscina. Aggiungere caparbietà, eclettismo e perseveranza. Condire il tutto cantando. Servire ballando. Ma Francesco del Moro è unico, tanto che nessun piatto riuscirebbe a contenerlo. 

Mentre si allaccia, stretto, il grembiule, pulito, dietro ai fornelli, nel corso di una lezione presso la scuola alberghiera “Premio Nobel Montalcini”, Kekketto sorride. Sta pensando già alla prossima ricetta, alla prossima canzone, alla prossima sfida. 

Francesco è nato a Mugnano di Napoli nel 2005, da mamma Valentina e papà Gianluca. Di speciale ha tanto: è un ragazzo vivace e intelligente, curioso come pochi. Sempre pronto e attivo nel sociale. Appassionato di musica fin da piccolo, egocentrico e senza veli, si è esibito più volte, con il suo gruppo di danzatori speciali, davanti a platee numerose ed in location di rilievo, quali Pala Partenope, Villa Domi, Maschio Angioino, donando a tutti emozioni indelebili 

Ed ha un cromosoma in più, ma questa è l’ultima cosa che ricordo di lui. 
All’età di 11 anni, mentre in una mano teneva ben salda una chitarra e si perdeva nella sua musica, con l’altra prendeva una padella. Così tra Francesco e la cucina è nata una bella storia. Galeotti furono, probabilmente, gli odori della tradizione partenopea che, ogni domenica, fanno profumare le case campane della stessa essenza. E con mani sempre pulite – perché scrupoloso com’è, ha imparato a seguire pedissequamente le regole imposte, prima fra tutte l’igiene – Kekketto si diverte e crea, come solo una mente artistica ed in continuo movimento riesce a fare. 
Per questo balla, suona la chitarra, nuota e cucina. “Sta’ semp miez”: perché la periferia non gli è mai stata stretta. Complici le realtà sociali e culturali a cui ha preso parte. Ha partecipato a diversi progetti nei quartieri periferici a Nord di Napoli, come la colorazione della Metropolitana di Chiaiano e di Scampia con le associazioni locali LET’S THINK – LIVING AN IDEA e l’ASSOCIAZIONE AUGURABILE, di cui è la mascotte. In un continuo scambio di “fare” e avere, ha provato a lasciare nella sua terra una traccia della creatività di cui è dotato. 
E sempre lavandosi le mani. 

Poi, nel momento in cui il nemico invisibile – Covid per gli amici – ha deciso di entrare prepotentemente nelle vite di tutti, la mancanza di socialità si è fatta sentire. In quell’unica finestra sul mondo che era il virtuale, Francesco ha però deciso di mettersi nuovamente in gioco. Per questo ha partecipato a vari contest enogastronomici online, organizzati dall’Ambasciatore del Sorriso Angelo Iannelli. Ed ancora una volta, chi la dura la vince. 

Kekketto si è classificato al primo posto aggiudicandosi alcuni premi assegnati dalla giuria composta da maestri Pasticceri e Chef locali. Il suo piatto forte è un incontro, una periferia “contaminata”. Il mare che tende la mano alla terra: gli “scialatielli vongole e taralli”, un gusto delicato e folle per sorprendere anche i palati sopraffini. 

Perché quell’arricchito cromosoma genetico gli ha donato una marcia in più. Nonostante i possibili pregiudizi e le probabili difficoltà, gli sguardi indelicati e quelli di commiserazione. Francesco ha il volto della consapevolezza e della normalità. Di chi segue il consiglio di Gio Evan: “Se ci credi una cosa poi si avvera”. Di chi fa di tutto affinché un sogno si realizzi. 

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